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La ricerca del perfetto Simillimum in Omeopatia
Il paradosso che si oppone alla guarigione in tutti gli stati patologici cronici e complicati

La ricerca del perfetto Simillimum in Omeopatia

Da sempre il termine guarigione porta con sé attese e delusioni, che finiscono nel tempo per indebolire il rapporto medico-paziente, che invece ha proprio in una solida alleanza la sua migliore possibilità per soddisfare entrambi i suoi protagonisti.

E proprio l'Omeopatia vorrebbe andare a ristabilire questo rapporto, per quelle peculiarità terapeutiche che, più volte, proprio in questa sezione del sito, abbiamo cercato di spiegare, e che tanto la differenziano dalla medicina a cui siamo tradizionalmente abituati, tesa a curare di volta in volta uno o pochi sintomi, se non solo questo o quell'organo.

Tuttavia questa riconciliazione cui aspira l'Omeopatia, non può che ridimensionare, al contempo, le attese da una medicina che invece, proprio nella piena comprensione della realtà unitaria della persona che ci fornisce, così come della sua collocazione spazio-temporale, sovente in opposizione alla sua natura e, da ultimo, di quel dinamismo morboso presente in ogni essere umano fin dalla sua costituzione, per le ragioni appena dette, diviene anche in grado, allora, di ridefinire i suoi inevitabili limiti.

E già perché se da un lato il termine guarigione da qualsivoglia disturbo o malattia  è tanto più auspicabile, quanto più rapida, duratura e sicura, acquisendo in questo modo un non so che di magico e taumaturgico al contempo, che possa fare di ogni medico il terapeuta da tanto atteso, dall'altro proprio tale attesa finisce irrimediabilmente per sollevare i pazienti da ogni partecipazione ad un simile processo, cosa che invece l'Omeopatia considera essenziale al suo buon conseguimento.

Sempre una buona Omeopatia, inoltre, ci rivela come questa partecipazione attiva al processo di guarigione è tanto più importante quanto più ci si allontana da quello zero patologico che è la nostra costituzione anatomica: infatti è proprio da questo progressivo allontanamento che qualcosa nel rapporto medico-paziente comincia ad incrinarsi, perché è allora che quella domanda di rapidità e immediatezza delle cure comincia a farsi sempre più insoddisfatta.

E così assistiamo, nella migliore delle ipotesi, a cure - per lo più allopatiche - che finiscono per rallentare solo in parte la progressione delle malattie, aumentando al contempo il carico degli stati cronici, che comunque continueranno ad evolversi, e ad alternarsi tra loro, rendendo sempre meno soddisfacente la qualità di vita dei nostri pazienti. Sorge allora da qui la speranza, per altro lecita, di un medico che sappia individuare il rimedio adatto, capace, in un sol colpo, di liberarci da questi tanti e noiosi disturbi, ormai divenuti compagni insanabili della nostra vita.

E l'Omeopatia, con la sua nozione di Simillimum, ovvero di quel rimedio molto simile al quadro complessivo in atto che, proprio per questo, sarebbe capace di guarirci da tutto, presto e bene, sembrerebbe finalmente in grado di soddisfare questa aspettativa.

Ma è proprio l'allontanamento da quell'incipit patologico, che è la costituzione di ognuno di noi, che rende tutto più complicato, perché nel tempo modificata da interventi terapeutici prolungati e innaturali, nonché da abitudini personali errate e, oggi più che mai, dal "fai da te" in medicina.

È proprio invece lo studio approfondito dell'Omeopatia, che origina dall'osservazione di tutto ciò, che ci permette di uscire dal guado di cure e terapie insoddisfacenti, e da quella insensata ricerca di  una sorta di magia terapeutica, che semmai è il frutto di una adesione costante di entrambi, medici e pazienti, a ciò che l'Omeopatia, appunto, ci rivela: e cioè che a guarirci non sarà mai un solo rimedio - nei casi più complicati e prolungati - ma una sequenza di rimedi tra loro simili, e simili alla modalità, del tutto personale, di ammalarsi che, prima di tutto, è inscritta proprio nella costituzione anatomica della persona.

Per questo, dunque, non è tanto la malattia che va guarita, quanto la maniera personale dell'organismo di ammalarsi, coinvolto sempre in questo processo nel rispetto della sua naturale complessità psicofisica, e della sua patologica dinamica esistenziale.

Ma ancora, anche con una medicina, come l'Omeopatia, capace di rispettare tutto questo, il persistere di condizioni/inclinazioni che si oppongano alla salute, o di lesioni insanabili e pregresse all'intervento omeopatico, potranno in molti casi impedire il raggiungimento di quella guarigione tanto agognata, che per certo, però, e per le ragioni suddette, se portata nella maniera appena descritta, sarà comunque sempre la migliore - ovverosia quella  più naturale e sicura - perché ottenuta del tutto in sintonia con la complessità e l'individualità non solo psicofisica, ma anche esistenziale, di ognuno di noi.

La ricerca del perfetto Simillimum in Omeopatia: approfondimenti

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